aggiornamento fer online

Nel D.Lgs. n. 28/2011, il cosiddetto Decreto rinnovabili, già si potevano leggere nuovi adempimenti circa la ristrutturazione rilevante (demolizione e ricostruzione di un immobile avente superficie utile superiore a 1000 metri quadrati): i progetti di ristrutturazione rilevante devono infatti prevedere l’utilizzo di fonti rinnovabili circa la produzione di energia elettrica, mantenimento delle temperature e impatto sull’ambiente.

Se un individuo necessita una demolizione e ricostruzione, una ristrutturazione o un miglioramento degli impianti di luce, gas, riscaldamento e acqua, può accedere al superbonus 110%. Questo provvedimento consiste in un credito d’imposta per gli interventi di efficientamento energetico. Il suo scopo è quello di rendere le abitazioni e gli edifici meno impattanti sull’ambiente, ma più indipendenti a livello energetico.

Il Superbonus 110% si potrà ottenere contattando aziende e professionisti qualificati, così come previsto dal Decreto.

Gli installatori, per legge, sono obbligati a possedere una certificazione che li abiliti al lavoro, la cosiddetta Qualifica FER, la sigla sta per Fonti di Energia Rinnovabile.

Nei prossimi paragrafi scopriremo cosa si intende per qualifica FER, quali sono gli obblighi per l’installatore e come ottenerlo.

Cos’è la qualifica FER?

La qualifica FER è una certificazione che consente di eseguire determinati lavori di installazione e manutenzione degli impianti domestici. Esso va a distinguere tra un lavoratore qualsiasi e un tecnico esperto. Per legge, è obbligatorio rivolgersi sempre a un impiantista certificato.

Qualsiasi lavoratore che lavora a stretto contatto con l’impianto di sistemi fotovoltaici e quelli fototermoelettrici, impianti a biomasse per usi energetici, pompe di calore per il riscaldamento, refrigerazione e produzione di acqua calda sanitaria (ACS), sistemi solari termici deve possedere la qualifica, per poter svolgere il suo lavoro.

Come si ottiene il patentino FER?

La qualifica FER per impiantisti si ottiene dopo aver frequentato un percorso formativo 80 ore, ma solo nel caso di professionisti che hanno seguito un percorso di 4 anni presso un’impresa del settore, oppure di 3 anni con la qualifica di operazione installatore specializzato.

Facciamo chiarezza: chi ha ottenuto la qualifica tramite laurea, diploma, chi possiede un titolo di formazione professionale o ha ottenuto le abilitazioni grazie all’esperienza lavorativa come operaio specializzato, risulta automaticamente qualificato. Chi invece vuole qualificarsi e non presenta questi requisiti (dal 2013 in poi) deve seguire uno specifico corso di formazione.

Esso si divide in due parti: la prima fase risulta comune a tutti gli indirizzi e ha valenza teorica; la seconda fase va ad approfondire le macro tipologie impiantistiche. Quindi il tecnico si specializzerà o nell’impiantistica di pompe di calore e sistemi solari termici, oppure in sistemi fotovoltaici e foto termoelettrici.

I tecnici qualificati prima del 3 agosto 2013 devono seguire un corso di aggiornamento della durata di 16 ore con cadenza triennale. Al termine del corso, sia di formazione che di aggiornamento, è poi prevista una verifica finale che attesta le abilità acquisite.

Una volta conclusi questi percorsi, colui che riceve la certificazione deve inviarla alla Camera di Commercio.

Obblighi per gli impiantisti

Il livello di preparazione degli impiantisti varia in base al ruolo. In questo senso, non a tutti i tecnici sono richieste le stesse certificazioni:

  • I lavoratori che sostituiscono generatori di calore con caldaia a condensazione in classe A devono essere in possesso dell’abilitazione, secondo il DM 37/2008, alle operazioni per interventi su impianti di climatizzazione e su impianti alimentati a gas;
  • Coloro che si occupano delle sostituzioni di pompe di calore devono possedere anche l’abilitazione secondo D. Lgs. 28/2011 per intervenire su impianti alimentati da FER e quella, secondo DPR 146 del 16 novembre 2018, per poter intervenire su impianti alimentati da gas fluorurati climalteranti;
  • Stesse certificazioni del precedente punto sono necessarie a chi sostituisce generatori di calore esistenti con impianto ibrido;
  • Infine, per coloro che sostituiscono un generatore di calore esistente con caldaia a biomassa e per i lavoratori che installano collettori solari termici, basta l’abilitazione, secondo il DM 37/2008, alle operazioni per interventi su impianti di climatizzazione.
come prendere patentino fgas

Come abbiamo già visto in altri articoli del nostro blog, le aziende e i professionisti che operano a contatto con i gas fluorurati (Fgas) devono munirsi di certificazione FGAS, in modo da garantire una gestione migliore di queste sostanze.

La disciplina in materia è contenuta nel Regolamento UE n. 517/2014, in cui sono inoltre presenti le normative per ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’80-95 % entro il 2050 e limitare così i cambiamenti climatici.

Questo significa due cose per professionisti e aziende che gestiscono gas fluorurati:

  1. I professionisti sono tenuti a seguire dei corsi di formazione o aggiornamento, per essere abilitati alla professione;
  2. Le aziende devono effettuare controlli periodici delle perdite, ma anche dei metodi con cui i gas vengono rigenerati o debellati.

Al termine di queste procedure, professionisti e aziende possono ottenere la certificazione FGAS. In caso di inadempimento, le multe sono molto salate e possono raggiungere anche cifre a quattro zeri.

Ricordiamo che ottenere il patentino Fgas è obbligatorio ai sensi del D.P.R. 146/2018, attuativo del Regolamento CE 517/2014. Senza questa certificazione, non è possibile lavorare a contatto con i gas fluorurati.

Ecco quindi come bisogna comportarsi in merito alla certificazione Fgas.

Corsi per ottenere patentino Fgas

Partiamo dai professionisti che devono ottenere il patentino Fgas personale. Questi devono affidarsi a un’azienda, come ad esempio Agatos Service, che mette a disposizione dei lavoratori corsi di formazione diversificati e utili ai fini di adempimento delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

Il corso di Agatos Service per ottenere il patentino Fgas personale si effettua in aula, come stabilito dalla legge, e dura in totale otto ore, equamente divise in teoria e pratica. L’obiettivo del corso è quello di consentire al lavoratore di poter adempiere l’obbligo formativo previsto dal D.P.R. 43/2012, e abilitarlo al lavoro a contatto con i gas fluorurati.

Il corso, inoltre, prepara il lavoratore all’esame di certificazione finale, attraverso l’esecuzione di prove pratiche in condizioni operative.

Questa certificazione avrà poi durata di 10 anni, al termine dei quali sarà necessario svolgere un esame di aggiornamento.

I requisiti per accedere ai corsi sono essenzialmente due: avere già una preparazione necessaria per lo svolgimento di mansioni legate agli Fgas ed essere maggiorenni.

La scelta del corso varia poi in base del tipo di lavoro da svolgere, si distinguono quindi quattro categorie:

  1. Certificato di I categoria: serve per operare su tutti gli impianti;
  2. Certificato di II categoria: è necessario per lavorare su impianti con meno di 3 kg di carica, ma il lavoratore può eseguire il controllo fughe su impianti con più di 3 kg di carica;
  3. Certificato di III categoria: consente di svolgere solo attività di recupero gas;
  4. Certificato di IV categoria: Consente di svolgere solo il controllo perdite su impianti con più di 3 kg di carica.

Certificazione provvisoria

Se il lavoratore deve conseguire il patentino o rinnovarlo, ma sta già lavorando per un’azienda, può sempre richiedere all’ Ente Erogatore un certificato provvisorio che ha validità di sei mesi, tempo nel quale il lavoratore viene appositamente formato.

Costo del patentino Fgas

Agatos Service garantisce accesso alla formazione per tutti i lavoratori che necessitano di patentino Fgas al costo di 750€ + IVA, garantendo il massimo della professionalità e tutti i passaggi necessari per mettersi in regola il prima possibile.

corso f-gas

Il corso di patentino frigorista FGAS è necessario per quei lavoratori, autonomi o dipendenti, che devono lavorare a contatto con i gas fluorurati.

E’ necessario quindi, secondo il D.P.R. n. 146 del 16 novembre 2018, che i professionisti che lavorano a contatto con impianti di climatizzazione, refrigerazione, pompe di calore, isolanti e molto altro, affrontino un percorso di formazione al fine di ottenere il patentino FGAS.

Quanto costa ottenere il patentino FGAS?

Costo patentino FGAS

Il costo del patentino FGAS varia in base alla tipologia, può essere infatti individuale o aziendale.

Vediamo brevemente la differenza:

  • Il patentino di frigorista Fgas riconosce un lavoratore come abilitato a operare a contatto con i gas fluorurati. Si ottiene a seguito del superamento di un esame che prevede una prova teorica e una prova pratica. Ha validità di 10 anni, al termine dei quali bisognerà sostenere un corso di aggiornamento e un esame.
  • La certificazione Fgas aziendale riguarda le imprese che impiegano lavoratori che operano a contatto con i gas fluorurati. L’azienda deve essere iscritta al Registro telematico nazionale delle imprese certificate. Il rilascio della certificazione Fgas aziendale avviene a seguito di un audit, in cui si esamina l’elenco delle persone fisiche certificate, impiegate dall’impresa e ci si accerta che gli strumenti e le attrezzature presenti in azienda siano idonee per svolgere l’attività.

Il patentino individuale di frigorista Fgas ha un costo variabile, che comprende l’iscrizione al corso, agli esami e l’iscrizione al Registro Nazionale FGAS. Se si decide di iscriversi ai corsi dell’Ente certificatore (Agatos Service) per l’esame e l’emissione del patentino, il tutto costa 650€ + IVA.

Ci sono poi agenzie che erogano corsi professionali in aula o a distanza e che rilasciano, a seguito degli esami previsti, le certificazioni richieste. Agatos Service garantisce accesso alla formazione per tutti, supportando aziende e professionisti nel rispetto degli adempimenti previsti per legge.

Il costo di un corso per ottenere il patentino Fgas è di circa la metà rispetto a quello dell’Ente certificatore e offre una preparazione completa ed efficace.

Per quanto riguarda il patentino Fgas aziendale, i costi aumentano per via della gestione dei documenti necessari per presentare la domanda. Questa procedura richiede l’intervento di specialisti, che preparino tutta la documentazione richiesta per legge, in modo da non cadere in errori di tipo burocratico. Solitamente, una consulenza di questo tipo richiede circa 200€ + IVA.

A questi vanno aggiunti i costi dell’audit e dell’iscrizione al registro Nazionale FGAS. Il costo per l’eventuale ispezione in azienda va versato nelle casse dell’Ente certificatore e può raggiungere anche i 400€, questa volta IVA inclusa.

Il corso per il patentino FGAS è obbligatorio?

La risposta è sì. Il corso per il conseguimento del Patentino Frigoristi F-Gas è obbligatorio ai sensi del D.P.R. 146/2018, attuativo del Regolamento CE 517/2014.

Il programma didattico prevede l’acquisizione dei requisiti minimi per operare a contatto con apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra.

I corsi variano a seconda del tipo di lavoro da svolgere e si dividono quindi in quattro categorie:

  1. Certificato di I categoria: serve per operare su tutti gli impianti;
  2. Certificato di II categoria: è necessario per lavorare su impianti con meno di 3 kg di carica, ma il lavoratore può eseguire il controllo fughe su impianti con più di 3 kg di carica;
  3. Certificato di III categoria: consente di svolgere solo attività di recupero gas;
  4. Certificato di IV categoria: Consente di svolgere solo il controllo perdite su impianti con più di 3 kg di carica.

In caso di inadempimenti, sono previste multe molto salate, che possono raggiungere anche i 100.000,00 €, nei casi più gravi.

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    corso f-gas

    Gli fgas sono gas fluorurati. Si tratta di sostanze chimiche artificiali che molte aziende, appartenenti a diversi settori, utilizzano quotidianamente. Il loro utilizzo è sicuro, per il basso livello di tossicità e infiammabilità, tuttavia molti di questi presentano un elevato potenziale di riscaldamento globale.

    Nel Regolamento 517/2014 sono indicate le normative volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’80-95 % entro il 2050 per limitare i cambiamenti climatici.

    Le aziende sono così tenute a munirsi di certificazione FGAS in modo da garantire una gestione migliore dei gas fluorurati.

    Cosa prevede il regolamento 517/2014

    Questo fondamentale documento prevede l’obbligo di ridurre le emissioni di FGAS al fine di raggiungere gli obiettivi climatici prefissati dall’Unione Europea.

    Le aziende sono quindi tenute a: effettuare controlli periodici delle perdite, riciclare, rigenerare, distruggere i gas residui, controllarne l’uso, etichettare prodotti e apparecchiature prima dell’immissione in commercio, e ridurre la quantità di idrofluorocarburi.

    Inoltre, di fondamentale importanza è anche la formazione e qualificazione per il personale che lavorano a contatto con questi gas.

    Per attestare queste caratteristiche, è necessario che l’azienda ottenga una certificazione personale, ovvero un patentino FGAS. Ne esistono di due tipi: personale e aziendale. Contemporaneamente a questa certificazione è necessario iscriversi alla banca dati FGAS. Su questo portale vanno inseriti tutti gli interventi svolti sui circuiti contenenti gas fluorurati.

    Questa regola è stata inserita nel regolamento nel 2019, attraverso il D.P.R. n. 146 del 16 novembre 2018. Il Decreto ha inoltre confermato l’obbligo di iscrizione al Registro telematico nazionale delle persone e delle imprese certificate, per i lavoratori che lavorano a contatto con i gas fluorurati.

    Viene così delineata una figura, quella del frigorista. Questa figura professionale deve essere abilitata a svolgere la sua mansione attraverso una certificazione valida, mentre l’azienda per cui lavora deve presentare alcuni requisiti fondamentali, tra cui l’impiego di personale certificato e strumenti necessari per svolgere le mansioni.

    Patentino FGAS personale e aziendale

    La certificazione viene rilasciata da organismi di certificazione accreditati.

    I certificati vengono rilasciati ai lavoratori, a seguito del superamento di un esame che prevede una prova teorica e una prova pratica. Questa certificazione avrà poi durata di 10 anni, al termine dei quali sarà necessario svolgere un altro esame.

    Questo patentino è obbligatorio per quelle persone che svolgono attività di installazione e manutenzione su apparecchiature di condizionamento d’aria e pompe di calore che contengono fgas. Per accedere agli esami, è necessario che il lavoratore sia maggiorenne e che sia preparato a lavorare su impianti di questo tipo.

    In attesa della certificazione f-gas si può richiedere allo stesso ente erogatore del patentino, un certificato provvisorio che ha validità di sei mesi, tempo nel quale il lavoratore verrà appositamente formato.

    Se in un’impresa è presente almeno un lavoratore in possesso di una certificazione fgas personale, l’azienda può richiedere la certificazione aziendale.

    I requisiti sono quelli già accennati nel paragrafo precedente: le persone impiegate devono essere certificate e devono avere a disposizione gli strumenti e le procedure necessari per svolgere le mansioni.

    L’impresa deve poi essere iscritta al Registro telematico nazionale delle imprese certificate, processo che può anche avvenire comodamente online. Il processo prosegue con la valutazione della richiesta presentata dall’azienda e con un audit in cui si verificano alcuni requisiti:

    • elenco delle persone fisiche certificate impiegate dall’impresa
    • strumenti e attrezzature idonee per svolgere l’attività
    • garanzia del mantenimento della catena metrologica
    • rispetto delle procedure e istruzioni necessarie per operare
    • verifica delle modalità di gestione dei reclami e ricorsi.

    La certificazione fgas aziendale ha una validità di 5 anni e l’impresa dovrà inviare ogni anno la documentazione di mantenimento per ricevere la dichiarazione di sussistenza della certificazione. Dopo cinque anni, si ripete la procedura di verifica.

    Norma cei 11-27

    All’interno del D.Lgs 81/2008 sono indicate anche le normative riguardanti i lavori su impianti elettrici. In particolare, gli articoli 82 e 83 rimandano alla Norma tecnica CEI 11-27 che individua differenti aree di lavoro in base alla distanza dalla fonte di tensione.

    Entriamo nel dettaglio.

    Articoli 82 e 83 del D.Lgs 81/2008

    Gli articoli 82 e 83, riferendosi alla Norma tecnica CEI 11-27, regolarizzano i lavori sotto tensione e in prossimità di parti attive. In particolare, indicano il divieto di eseguire lavori  sotto  tensione, a meno che le tensioni su cui si opera siano di sicurezza, o quando i lavori vengono eseguiti rispettando alcune condizioni:

    • Procedure e attrezzature sono conformi ai criteri definiti nelle norme di buona tecnica;
    • I lavori avvengono sotto tensioni nominali non superiori  a  1000  V  in  corrente alternata e 1500 V in corrente continua da parte di i lavoratori devono essere idonei e riconosciuti dal datore di lavoro;
    • I lavori avvengono sotto tensioni nominali superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua purché siano effettuati da  aziende autorizzate.

    Per quanto riguarda i lavori in prossimità di parti attive, il D.Lgs 81/2008 dice che essi non possono essere eseguiti se le parti attive non risultano protette o a distanze inferiori ai limiti descritti nel Decreto stesso. I lavori in prossimità di parti attive possono, tuttavia, essere eseguiti se vengono adottate disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi.

    Norma CEI 11-27: distanze e norme tecniche

    La Norma CEI 11-27 “Lavori su impianti elettrici” si applica a tutte le attività che si svolgono su impianti elettrici, esercitati a qualunque livello di tensione. La Norma CEI 11-27 fornisce prescrizioni per rendere sicure le attività di lavoro su impianti elettrici.

    Importante notare che la Norma CEI 11-27 si applica a tutte le tipologie di lavori in cui sia presente rischio elettrico a prescindere dalla natura del lavoro, se ti tipo elettrico o no, come nel caso, per esempio, dei lavoratori edili.

    Oltre che fornire le prescrizioni per la sicurezza dei lavoratori sugli impianti elettrici, la CEI 11-27 indica le zone con accesso limitato in base alla distanza dalle parti attive dell’impianto. In particolare, ne individua tre: zona di lavoro sotto tensione, zona prossima e zona di lavoro non elettrico.

    In base a queste distanze, la norma individua anche delle categorie di lavoratori:

    1. Lavoro non elettrico
    2. Lavoro elettrico, svolto su parti attive accessibili di linee e di impianti elettrici
    3. Lavoro sotto tensione, ovvero in contatto con le parti attive in tensione
    4. Lavoro in prossimità di parti attive, quelle attività in cui un lavoratore entra nella zona prossima con parti del proprio corpo.

    In relazione al tipo di attività e alla distanza dalla fonte di tensione, il datore di lavoro è obbligato a individuare una specifica qualifica per chi opera nelle zone più o meno distanti dall’attività elettrica. In particolare, il datore di lavoro deve qualificare il singolo lavoratore in base alla sua esperienza e preparazione, attribuendo uno di questi ruoli:

    1. PES, Persona Esperta, che è in grado di analizzare i rischi e di evitare i pericoli, ha esperienza e attitudine a lavorare in prossimità degli impianti elettrici;
    2. PAV, Persona Avvertita, avvisata da persone esperte circa i pericoli dell’impianto elettrico, ma che necessita dell’affiancamento di un professionista;
    3. PEI, Persona Idonea ai lavori elettrici sotto tensione;
    4. PEC, Persona Comune, né esperta né avvertita.

    La Normativa CEI 11-27 prevede dunque la formazione necessaria per gli addetti ai lavori elettrici, in base al ruolo del singolo lavoratore e del suo approccio con la fonte di tensione. Si tratta di una Norma molto importante per salvaguardare la salute del lavoratore e anche la produttività dell’impianto.

     

    pes pav pei

    Cosa vuol dire PES, PAV e PEI?

    PES, PAV e PEI sono figure professionali con uno specifico grado di competenza, che possono quindi svolgere determinati lavori elettrici sotto tensione.

    In particolare, il PES è un lavoratore esperto, dotato di conoscenze tecnico-teoriche e in grado di analizzare e valutare i rischi derivanti dall’elettricità. Può quindi operare fuori tensione e in prossimità di tensione, ovvero su quadri parti di impianti elettrici a cui viene tolta tensione durante lo svolgimento del lavoro, o entro una certa distanza dalle parti attive di impianti elettrici in tensione.

    Il PAV è una persona avvertita, ovvero può effettuare lavori fuori tensione e in prossimità di tensione, sotto la supervisione di una PES.

    PEI, invece, indica un lavoratore in possesso dell’idoneità a svolgere lavori elettrici sotto tensione, eseguiti su parti attive di impianti elettrici.

    Per completezza, precisiamo in questa sede che queste tre figure professionali, in base alla rispettiva qualifica, possono occuparsi solo di lavori su sistemi di categorie 0 (a bassissima tensione nominale minore o uguale a 50 V a corrente alternata o 120 V se continua) e categorie I (a bassa tensione nominale da oltre 50 fino a 1000 V se la corrente si presenta alternata; o da oltre 120 V fino a 1500 V in caso di corrente continua). I lavori sotto tensione su sistemi di Categoria II e III non sono di competenza di PES, PAV e PEI, ma possono essere svolti soltanto da aziende autorizzate dal Ministero del Lavoro.

    Requisiti per la nomina di PES, PAV, PEI

    Secondo il D.Lgs. 81/08 e la normativa CEI 11-27, l’attribuzione della qualifica di PES, PAV e PEI deve essere messa per iscritto dal Datore di Lavoro.

    Al punto 4.15.1 della normativa appena citata, sono riportati i requisiti necessari per l’attribuzione della qualifica di PES, PAV, PEI. Li riportiamo nel seguente elenco:

    • Le figure professionali devono aver portato a termine l’istruzione necessaria (Corso online PES PAV PEI CEI 11-27) per conoscere a fondo l’impiantistica elettrica, la normativa di sicurezza, i rischi e pericoli connessi ai lavori elettrici. Questa può avvenire attraverso corsi tradizionali, multimediali, addestramento operativo, affiancamento o simulazioni.
    • Le figure professionali devono aver maturato un’esperienza sul campo, in cui hanno appreso le situazioni caratterizzanti una o più tipologie di lavori elettrici.
    • E’ fondamentale infine che le figure professionali risultino idonee a livello psicologico e fisico, che prestino molta attenzione alle attività che svolgono e che siano particolarmente precise.

    Oltre a questi indici comuni a tutte e tre le figure professionali, è bene che il datore di lavoro attesti la preparazione teorica e pratica in base alla qualifica a cui si mira. Il PES dovrà quindi essere un esperto dei lavori fuori e in prossimità di tensione, mentre il PEI deve aver maturato una solida conoscenza degli impianti elettrici con parti attive. In particolare, quest’ultima figura professionale deve integrare ai requisiti di PAV e PES, anche le conoscenze teoriche di Livello 1A e capacità per l’operatività di Livello 1B.

    L’idoneità viene concessa a seguito di un attento esame attitudinale e psicofisico, e valutando la capacità di applicare le norme di sicurezza durante lo svolgimento dei lavori elettrici.

    Le qualifiche di PES, PAV e PEI presentano una scadenza. Infatti, possono essere revocate nel caso in cui il soggetto non risulta più in possesso delle qualità necessarie previste dalla norma. Se dovessero venire quindi meno i requisiti appena elencati, il datore di lavoro deve procedere con un esame di riqualifica e sottoporre il lavoratore a corsi di formazione o affiancamento.

    cabina elettrica mt bt

    Vi sono particolari categorie di lavoratori che, per il tipo di mansione che svolgono, sono considerate ad alto rischio e dunque vanno particolarmente tutelate.

    Una forma di tutela è sicuramente un’adeguata formazione, che fa sì che un soggetto agisca in piena consapevolezza di pericoli e rischi presenti sul luogo di lavoro, non faccia azioni avventate e garantisca così l’incolumità sua e degli altri.

    Rientra sicuramente in questa categoria a rischio, il lavoro degli addetti alla manutenzione delle cabine elettriche MT/BT o MT/MT.

    I cosiddetti “lavori in tensione” sono regolati dalla norma UNI CEI 11-27, che prevede che per coloro che operano in tensione o in bassa tensione, l’obbligo di seguire il corso di formazione PES/PAV/PEI e successivamente il corso per Addetto alla manutenzione di cabine elettriche MT/MT e MT/BT.

    Quest’ultimo, nello specifico, riguarderà:

    • Corretta esecuzione degli interventi di manutenzione;
    • Documentazione per gli interventi manutentivi;
    • Compilazione delle schede di manutenzione e rintracciabilità;
    • Dispositivi di protezione: tipologie e caratteristiche elettriche;
    • Esecuzione delle manovre elettriche per la messa fuori tensione e in sicurezza nelle Cabine Elettriche.

    Il corso deve essere erogato in aula o, in alternativa, in videoconferenza, e ha una durata di 14 ore.

    Far lavorare gli operatori in sicurezza, ancor di più in settori ad alto rischio, oltre a essere un obbligo normativo, deve anche rappresentare un obbligo morale per l’azienda stessa.

    Le aziende impiantistiche, realtà vasta e molto articolata del nostro Paese, per poter operare in totale sicurezza, devono essere in regola con tutta una serie di adempimenti formativi che la legge impone.

    In linea generale, il D. Lgs. 81/08 prevede che in ogni azienda, a seconda del rischio, siano formate diverse figure: RSPP, RLS, Addetti alle emergenze, ecc., per garantire la sicurezza di tutti i lavoratori. Poi nello specifico, a seconda del settore dell’azienda, sono previsti specifici corsi che consentano ai lavoratori di non correre alcun rischio mentre operano in situazioni pericolose, come ad esempio, i lavori in tensione.

    Vediamo in dettaglio quali corsi di formazione il datore di lavoro deve predisporre in azienda

    • Corso RLS Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza: corso di 32 ore che può anche essere svolto on line, che deve essere seguito da un lavoratore, che va ad assumere l’incarico di rappresentante dei lavoratori in materia di sicurezza.
    • Formazione generale – rischio alto: corso che deve essere seguito da tutti i lavoratori di un’azienda, per renderli edotti su tutti i pericoli e le insidie che si possono trovare sul posto di lavoro, per poter così lavorare in assoluta sicurezza.
    • Formazione specifica – rischio alto: corso che deve essere seguito da tutti i lavoratori di un’azienda, per renderli edotti su tutti i pericoli e le insidie che si possono trovare sul posto di lavoro, per poter così lavorare in assoluta sicurezza.
    • Addetto alla prevenzione incendi – rischio medio o alto: la figura designata dovrà seguire il corso Addetto antincendio, di 8 o 16 ore (a seconda del rischio), in aula. E’ previsto un aggiornamento triennale.
    • Addetto al primo soccorso: a figura designata dovrà seguire il corso Addetto al primo soccorso, di 12 ore, in aula. E’ previsto un aggiornamento triennale.

    Nello specifico poi, a seconda del settore della singola azienda, sono previsti altri obblighi formativi.

    I responsabili tecnici di aziende che si occupano di impianti FER Fonti energia rinnovabile, quali ad esempio: biomasse, caldaie, impianti fotovoltaici, ecc., dovranno seguire il corso di Aggiornamento FER di 16 ore, macrotipologia Termoidraulica o Elettrica, a seconda del tipo di impianti su cui si opera. La scadenza per l’aggiornamento era il 31/12/2019. Per coloro che non si fossero messi ancora in regola, dovranno farlo al più presto, altrimenti non potranno operare sugli impianti, fino al rilascio dell’attestato.

    Ditte impianti elettrici

    Per le ditte che operano su impianti elettrici è obbligatorio il corso PES/PAV/PEI legge CEI 11-27, che è propedeutico al corso Responsabile e addetto alla manutenzione di cabine elettriche MT/MT e MT/BT, quest’ultimo specifico per coloro che operano nelle cabine elettriche.

    Infine, per chi opera su impianti e apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore, di controllo perdite e di recupero gas, ecc., è obbligatorio conseguire il corso patentino frigorista F-GAS, attraverso la frequenza di uno specifico corso di formazione.

    Formare i propri dipendenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, vuol dire guardare avanti, porre le basi per un’attività stabile e duratura, che garantisca la salute di tutti e di conseguenza una produzione costante nel tempo.

    frigorista patentino f-gas